lunedì 28 gennaio 2008

Sono sempre gli stessi, invocano le marce su Roma!


Berlusconi, colto dai suoi soliti deliri, invoca la marcia su Roma se non si andrà alle urne. Per uno come lui, avventuriero della democrazia, lontano da ogni dialettica democratica, sono normali certe minacce. Speriamo vivamente che il Presidente Napolitano, come pare sia orientato, metta freno alle parole squadriste di Berlusconi, incaricando una personalità in grado di guidare un governo per le riforme, soprattutto per cancellare la ignominiosa, sordida legge elettorale attuale. Berlusconi e i suoi compagni di filibusta sono infoiati dalla voglia di rivincita e da quella di continuare l'opera di appropriamento di tutte le risorse del paese. Certo, con questa legge elettorale e grazie al bestiale individualismo italico, e allo spregio delle regole della gran parte dei suoi potenziali elettori: evasori fiscali, corruttori, corrotti e collusi, soubrettine e marchettari, il cavaliere nero farebbe man bassa di voti. In dieci anni di influenza diretta e indiretta sulla vita pubblica e privata dei cittadini di questa disgraziata repubblica, ha distrutto ogni residuo senso civico della gente italica, e i ladri sono diventati rapinatori, i disadattati criminali incalliti.
Speriamo che il governo per le riforme, tanto auspicato permetta la vittoria a ciò che c'è di nuovo e onesto nel panorama politico per spazzare via per sempre la macchia di fango sull'onore dello stato concretizzata da Berlusconi.

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