lunedì 7 gennaio 2008


Barack H.Obama è la nuova vera speranza per gli Stati Uniti d'America.Non solo, non viene dalla "politica politicante", come dice in un recente editoriale Vittorio Zucconi, giornalista di Repubblica, egli rappresenta la possibiltà che ha l'America di cambiare rotta in politica estera e di ritirare dal pantano dell'Iraq i soldati americani. La guerra in Iraq è costata agli Usa un considerevole numero di vittime, sia, sul versante delle perdite sul campo, sia su quello dei dirigenti repubblicani che hanno dovuto ammettere che la guerra contro Saddam è stata inutile e fallimentare dal punto di vista strategico, e di conseguenza dimettersi dai loro incarichi governativi.
Ma il candidato democratico è ben altro dalla politica estera, è il primo candidato, dopo anni, che ha spinto i giovani a votare, e finalmente punta su una riforma solidale dello stato sociale americano. Prima di tutto la salute, che nel programma del senatore dell'Illinois figura come gratuita per tutti, e poi parla di speranza, di solidarietà, fiducia. Ha anche un'altra arma da giocare è il candidato più giovane e generazionalmente non ha legami con il sistema di lobby economiche che tengono in ostaggio gli Stati Uniti e la sua politica. Inaspettatamente il caucus dell'Iowa lo ha dato vincente sull'altro candidato democratico Edwards e ha schiacciato al terzo posto la superfavorita Hillary Rhodam(Clinton per motivi elettorali). E adesso è favorito nei sondaggi per le primarie nel New Hampshire.
Obama è quello che ci vuole all'America per rilanciare il dialogo con le culture diventate ostili per la dottrina della guerra preventiva di Bush. Egli infatti ha studiato in Indonesia e ha vissuto in un'ambiente familiare musulmano, non fa mistero della sua politica di apertura verso gli arabi e considera fondamentale la collaborazione con l'Europa e gli organismi sovranazionali.
Quindi speriamo che il primo caucus dell'Iowa, non sia solo un fuoco fatuo, perchè è vero che i repubblicani pare non abbiano chanches nella corsa presidenziale, ma gli altri due candidati democratici non si differenziano molto dalla politica repubblicana di Bush, tranne timide aperture in campo sociale e sul ritiro graduale delle truppe. Ma poi Obama pare che finalmente affronterà una politica fiscale che non farà"regali alle multinazionali", per cui ad una ridistribuzione del gettito fiscale risponderà una diversa movimentazione dei flussi di denaro e l'economia ristagnante d'oltreoceano non potrà che ricavarne vantaggi

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